
Narrare una storia a un bambino è un momento che l’adulto dovrebbe cercare più spesso, oltre che per piacere personale, per allargare le possibilità di incontro e per sciogliere, nell’affetto della relazione, le paure del piccolo.
Durante il racconto, un filo avvolge chi narra e chi ascolta, creandosi così una magia comunicativa che rimane nel ricordo.
Perdere un po’ di tempo per raccontare una storia è una dimostrazione di affetto e dona al bambino una sensazione di appartenere a un mondo privilegiato ed intima compartecipazione. Dona sicurezza.
Anche se alcune ricerche hanno sottolineato che la lettura, più che l’ascolto di una narrazione, favorisce il bambino nell’apprendimento di schemi lessicali corretti, in realtà la narrazione presenta una serie di vantaggi psicologici.
Il piacere di ascoltare e di entrare nella storia, grazie ad un legame affettivo e un legame rassicurante, stimola e motiva il bambino ad apprezzare la lettura individuale.
Quando si legge una storia ad un bambino, l’adulto adegua il suo stile alle capacità di comprensione che pensa appartengono a chi ascolta; interrompe il racconto per dare spiegazioni; risponde alle domande; dà una carezza; è un contatto ravvicinato che trasforma lo stare insieme in un momento privilegiato.
Il bambino si sente amato ed esterna il suo gradimento. L’adulto gli offre un dono fatto di tempo, disponibilità, si mette in gioco sul piano dello scambio.
Le fiabe sanno catturare l’attenzione e hanno una vera validità terapeutica contro la paura.
Lo schema prevede un protagonista a fronteggiare un nemico e sottoporsi a prove incredibili, dalle quali però risulta sempre vincitore. Ha vinto sulla paura in un finale liberatorio.
I bambini escono ed entrano nel racconto, giocando a rincorrere timori e speranze.
Descrivono e disegnano le paure, in attesa comunque che qualcuno li aiuti ad uscirne: ora è il papà guerriero, ora l’avvenimento improvviso che fa mutare il corso delle cose, ora gli amici che, insieme, ritrovano la via del ritorno.
Avvicinarsi al racconto è importante, poichè apre una porta che a sua volta né aprirà molte altre. La larga porta della convivenza e del viaggio verso maggiori certezze.
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